DOMANDE FREQUENTI

Cos’è l’odontostomatologia?

L’odontostomatologia è quella branca della medicina che si occupa della prevenzione, della diagnosi e della terapia medica e chirurgica delle malattie e patologie che colpiscono i denti, i loro tessuti di supporto e gli altri tessuti e strutture della cavità orale, incluse le articolazioni temporo-mandibolari, le ghiandole salivari, i nervi e i muscoli della masticazione, le labbra, le mucose orali, la lingua, il palato, e le tonsille. Alcune delle branche dell’odontostomatologia che si praticano anche in veterinaria sono la parodontologia, la chirurgia odontostomatologica e maxillofacciale, l’endodonzia, la conservativa, la protesi dentaria, l’ortodonzia, la patologia e la medicina orale.

Perché dovrei portare il mio cane/gatto dal dentista?

Negli animali, e in particolare nel cane e nel gatto, le malattie della cavità orale sono molto frequenti. I segni e i sintomi clinici che potrebbero indicare la presenza di un problema includono alito cattivo, perdita di saliva o sangue dalla bocca, incapacità a spalancare la bocca, tumefazione del viso, grattamento insistente del muso, perdita di appetito, dimagramento, un cambiamento del carattere e una tendenza a non farsi toccare la testa. Tuttavia, è bene sapere che spesso cani e gatti nascondono molto bene il dolore, soprattutto nelle fasi iniziali delle malattie.

Hanno l’istinto naturale di non dimostrare un’eventuale debolezza, oltre ad avere una resistenza al dolore molto maggiore della nostra. Questo non significa però che non sentano dolore o che non vi sia un problema in atto. E’ quindi indispensabile portare il vostro animale dal medico veterinario di fiducia per fare una visita orale almeno una volta all’anno. Sarà il veterinario curante a consigliarvi un’eventuale visita specialistica, nel caso ve ne sia bisogno.

Quando dovrei portare il mio cane/gatto dal veterinario per una visita odontostomatologica?

E’ bene portare il vostro animale dal veterinario ogniqualvolta si presentino uno o più dei seguenti segni e sintomi clinici:

- Alito cattivo (alitosi), che può essere un’indicazione di problemi gastrici, respiratori o metabolici, ma molto spesso è legato a infiammazione, infezione o alterazione dei tessuti orali di altra natura.
- Perdita di saliva dalla bocca in animali che normalmente non producono molta saliva, che potrebbe essere un’indicazione di infiammazione dei tessuti orali, dolore o fastidio in cavità orale o in gola.
- Perdita di sangue dalla bocca, che può essere dovuta a infiammazione grave delle gengive (gengivite), degli altri tessuti di supporto del dente (parodontite) o di tutti i tessuti della bocca (stomatite), oppure a ferite di origine traumatica, o anche alla presenza di tumori.
- Gonfiore localizzato a livello del muso, che può essere dovuto a un ascesso di origine dentale o ad altri problemi a carico delle strutture orali.
- Presenza di una lesione aperta sulla cute del muso con fuoriuscita di liquido (siero, muco, sangue o pus), che può è dovuta all’apertura di un ascesso di origine dentale.
- Denti visibili dall’esterno anche a bocca chiusa. La deviazione di un dente può avvenire in seguito a frattura della radice, a lussazione (lo spostamento del dente all’interno del suo alveolo) o a malattia parodontale grave.
- Denti fratturati, perché è necessario escludere l’interessamento della polpa, il tessuto interno del dente. Se la polpa è esposta all’esterno infatti va incontro ad infezione che porta poi alla morte del dente ed eventualmente allo sviluppo di un’infezione e di un ascesso.
- Alterazione di colore di un dente, che è di solito indicazione di un trauma e di infiammazione della polpa (pulpite). La pulpite spesso porta poi a morte e infezione della polpa.
- Dolore orale, sfregamento o grattamento insistente del muso, che può essere legato a problemi della cute oppure dei tessuti orali.
- Difficoltà nella prensione, masticazione o deglutizione del cibo, che possono essere dovute a problemi a carico di molte delle strutture orali.
- Difficoltà nello sbadigliare e nello spalancare la bocca, che può essere dovuto a problemi dell’articolazione temporomandibolare, alla presenza di lesioni al di sotto dell’occhio, a otite, oppure a grave infiammazione delle mucose orali.
- Scolo nasale, in particolare se purulento o sanguinolento. Tra i problemi che possono portare a scolo dal naso ci sono anche le infezioni dei denti superiori o la presenza di comunicazioni tra la bocca e le cavità nasali (fistole oronasali).
- Perdita spontanea di uno o più denti. Tranne che nel caso dei denti da latte, perdere i denti non è normale. I denti possono venir persi in caso di grave infezione o alterazione del loro osso di supporto. Inoltre spesso i denti apparentemente mancanti sono in realtà fratturati, e con la persistenza di porzioni di radice che possono andare incontro a infezione.

Quanto spesso va portato il mio cane/gatto dal veterinario per una visita odontostomatologica?

Non c’è una regola precisa, ma in linea generale è bene far fare una visita generale al vostro animale almeno una volta all’anno.
Va tenuto ben presente che i cani e i gatti nascondono molto bene il malessere e il dolore di origine orale, e che spesso si rilevano problemi anche molto seri in animali i cui proprietari non si sono accorti di nulla per lungo tempo.
Prima si individuano i problemi e più semplice sarà il trattamento.

E’ proprio necessaria una visita clinica prima di un intervento odontostomatologico?

La visita clinica prechirurgica, corredata da esami del sangue ed eventuali indagini diagnostiche aggiuntive che sono dettate dalla situazione medica di ogni soggetto, è importantissima.
Permette infatti di fare una valutazione precisa dello stato di salute del singolo paziente, in maniera tale da poter scegliere il protocollo anestesiologico migliore per ogni cane o gatto che operiamo. Inoltre permette di fare una valutazione dei problemi orali del paziente per poter meglio organizzare la procedura chirurgica.

E’ indispensabile utilizzare l’anestesia generale per le procedure odontoiatriche?

Le procedure chirurgiche odontoiatriche veterinarie richiedono forzatamente l’uso dell’anestesia generale, necessaria per poter lavorare in massima sicurezza e poter eseguire i trattamenti in maniera corretta e soprattutto indolore per il paziente. Nonostante l’anestesia generale venga spesso vista come rischiosa, in realtà la possiamo considerare una procedura sicura, se eseguita in maniera appropriata e con le tecniche e i farmaci che abbiamo a disposizione oggigiorno.
L’AVDC ha pubblicato un Position Statement (allegato) relativo all’esecuzione di procedure odontoiatriche e in particolare di ablazione del tartaro e della placca in animali svegli, non sottoposti ad anestesia, dove ribadisce che tale pratica è dannosa e controproducente.
Gli strumenti odontoiatrici sono infatti affilati e pericolosi, e un movimento inaspettato del paziente potrebbe determinare lo sviluppo di ferite dei tessuti orali. Inoltre nel paziente vigile è impossibile effettuare una visita completa (esame parodontale) della faccia interna dei denti, è impossibile eseguire un esame radiografico appropriato (indispensabile per l’individuazione di molti problemi a carico dei denti), ed è impossibile eseguire una pulizia accurata dei denti, in particolare nella zona al di sotto la gengiva (che è invece l’area di maggiore importanza).
Potete trovare molte informazioni sul perché evitare le procedure dentali senza anestesia in questo sito: http://avdc.org/AFD/it.




Posso portare a casa il mio cane /gatto subito dopo l’intervento chirurgico?

Le dimissioni di ogni paziente che viene posto in anestesia generale vengono decise in base a molti fattori, tra cui l’età e lo stato di salute del paziente, il tipo e la durata dell’intervento chirurgico, la velocità di risveglio del paziente, il grado di dolore che ci si aspetta in seguito all’intervento e la necessità di eseguire terapie mediche dopo l’intervento.

La gran parte dei nostri pazienti va a casa la stessa sera dell’intervento chirurgico, qualche ora dopo il risveglio completo dall’anestesia. Se però reputiamo più sicuro tenere l’animale in clinica durante la notte successiva all’intervento, ne raccomandiamo il ricovero.

Come/cosa può mangiare il mio cane/gatto se gli vengono estratti dei denti?

Per loro fortuna cani e gatti vivono benissimo senza denti. Possono mangiare, giocare, e fare una vita di relazione assolutamente normale. La mancanza di alcuni o addirittura di tutti i denti è ininfluente sulla funzione del cavo orale.
Pertanto, se da un lato facciamo sempre il possibile per salvare i denti dei nostri pazienti, dall’altro lo scopo principale del nostro lavoro è quello di permettere loro di vivere in assenza di dolore.
L’estrazione di un dente viene fatta solo se reputiamo che sia il trattamento migliore per un certo animale.

La carriera di un cane da lavoro, da esposizione o da riproduzione viene compromessa dalla perdita o dall’estrazione di uno o più denti?

Gli standard di razza della grande maggioranza della razze canine prevedono la presenza di tutti i denti e una corretta occlusione quali requisiti necessari per la riproduzione e la partecipazione a gare di bellezza e di lavoro. La mancanza congenita (dalla nascita) di uno o più denti è quindi penalizzante per questi soggetti, che non possono più essere utilizzati per quegli scopi.
Tuttavia, nel caso in cui i denti vengano persi per motivi traumatici è possibile inviare all’ENCI (Ente Nazionali Cinofilia Italiana) una documentazione (uno studio radiografico eseguito con metodiche specifiche e un referto medico di accompagnamento) come descritto nel cosiddetto “Protocollo per la Certificazione di un Difetto Dentale di Origine Acquisita del Cane” (allegato).

La Commissione preposta dell’ENCI valuta tale documentazione, e nel caso reputi coerente e veritiero il suo contenuto fornisce al proprietario una dichiarazione scritta a comprova dell’origine acquisita della mancanza del dente.




Il mio cane/gatto ha un problema in bocca che gli causa forte dolore. Come e’ possibile aiutarlo?

La valutazione dello stato clinico del paziente è fondamentale prima di somministrare qualsiasi farmaco e di instaurare qualunque terapia. Il dolore della cavità orale va approcciato in maniera mirata secondo la tipologia di problema riscontrato. In linea generale, la terapia antalgica in una prima fase può essere impostata con un antinfiammatorio (prescritto dal medico veterinario), associato eventualmente ad altri farmaci antidolorifici e/o agopuntura. Indipendentemente dal fatto che il problema del paziente sia di pertinenza medica o chirurgica, la terapia antalgica fa comunque parte del protocollo terapeutico. Un’analgesia adeguata va infatti di pari passo con una miglior qualità della vita ed una più pronta guarigione.